Pian Tendasco

3 PiantendascoSalendo verso la Valle delle Meraviglie nelle affollate domeniche estive, poco dopo essere partiti, è possibile osservare in direzione nord dei meravigliosi prati ondulati;  per un attimo attraggono la nostra attenzione, ma ben presto sono superati e dimenticati. Si tratta del Pian Tendasco, luogo pieno di solitudine, di prati e di rocce, di fiori incantati e di animali.

A meno di non voler passare dal Vallone della Miniera, salire al Passo di Vallauretta e ripercorrere a ritroso il bel sentiero di crinale, l’accesso più semplice è esattamente dalla parte opposta, dalla Fontanalba.

Questa valle é percorsa da due strade ex militari che nascono rispettivamente a Casterino e al Gias du Basto, che ad un certo punto si riuniscono dirigendosi verso il Lago Verde di Fontanalba.

Dal ramo inferiore, che parte da Casterino, attraverso un pendio crinito da dritti larici svettanti verso l’infinito, si distacca una tranquilla stradina in falsopiano che conduce ben presto alla ex caserma di Gias della Gasta, situata immediatamente sotto tre piccoli picchi calcarei.

Continuando incontriamo una radura, affollata di tane di marmotte, e dove possiamo incontrare le prime Primule Marginate.

Una valletta attraversata da un torrentello profondo appena un palmo, ma il più delle volte completamente asciutto, ci separa dal bosco.

Passo dopo passo gli alberi si diradano ed il versante sud viene raggiunto. Qui lo spazio e la luce prendono il sopravvento. La prateria, intervallata da radi lariceti, conduce lo sguardo alle lontane cascate di ghiaioni che aprono squarci sui fianchi dei crinali.

Innumerevoli vallette si alternano ai costoni che discendono dall’alto. In basso il terreno piano, nel periodo primaverile dello scioglimento delle nevi, forma piccole pozze circolari colme di acqua.

Alla fine degli anni trenta vi fu costruita la prima linea del Vallo Alpino. Ogni costone principale ospita una fortificazione.

In attesa del nulla.

Di inverno sono coperte di neve.

In primavera ed estate salutano i fiori che coprono interamente i prati punteggiandoli di bianco e le farfalle che passano da uno all’altro.

Rovesci autunnali le lavano insieme a migliaia di ettari di erba ed alberi circostanti.

 A mezzacosta piccole guglie di roccia irrompono numerose dai prati. Nell’antica cartografia sarda venivano definiti ”Castelli del bosco”, mentre nell’odierna cartografia francese non ne esiste una denominazione.

Su tutto domina la sagoma sbilenca del Bego, pura parete di roccia nuda che spunta da immense spalle di sfasciumi. E che ci osserva dall’alto.

In autunno, i camosci, scendono dalle cime più alte e si radunano a decine sulle pendici della Cima di Pian Tendasco e della Rocca Rossa.

Il posto è poco o nulla frequentato  e confido che tale rimanga.

E’ ideale per distendermi nell’erba nel silenzio ed espandere la mente assorbendo tutto l’enorme volume di aria azzurrina che mi circonda.

Le panoramiche:

Estate

Luglio 2009

Autunno

Ottobre 2010

Inverno

N.38 (X=58, Y=83) nella mappa – Febbraio 2012

Vista dei Monti Chajol e Agnellino da Roca Cuna (gruppo roccioso adiacente all’opera 106). E’ possibile osservare la batteria del Monte Agnellino, l’osservatorio della stessa e il taglio nel costone roccioso discendente dalla cima, eseguito per la costruzione della strada alla batteria, chiamato “la porta”.

N.37 (X=73, Y=71) nella mappa – Ottobre 2008

Dettaglio del Monte Agnellino

 Stessa posizione della precedente – Giugno 2013

Il Pian Tendasco e le rocce di Roca Cuna. Questo gruppo roccioso è abbastanza particolare, non emerge rispetto al terreno circostante ma crea una sorta di “canyon” al proprio interno.

N.40 (X=58, Y=83) nella mappa – Giugno 2013

L’opera in caverna 108

N.273 (X=58, Y=84) nella mappa – Settembre 2016

Il Pian Tendasco, Vallauretta, il Monte Bego ed il bacino dei Laghi Lunghi fotografati dalla Punta della Violetta.

N.25 (X=58, Y=80) nella mappa – Agosto 2011

Da sopra il passo di Vallauretta verso la Cime de Chanvrairée e la Rocher Rouge. Alla destra compare uno dei malloppi dell’opera 110 .

N.168 (X=54, Y=83) nella mappa – Luglio 2012

 L’osservatorio dell’opera 106

Oss106

Questa fotografia risale a circa una decina di anni fa. Il camuffamento era in condizioni discrete, mentre nelle fotografie panoramiche, scattate dal 2009 al 2012, è in buona parte crollato. La tecnica utilizzata era di costruire con pali in legno e rami trovati localmente una intelaiatura sopra la quale stendere una particolare rete di filo di ferro e sopra lo strato di malta. Riporto una foto di una porzione di questa rete che ho trovato già staccata al piede dell’opera:

Rete

La Primula Marginata Curtis

Chiamata anche Primula impolverata è una pianta endemica delle Alpi Sud-Occidentali. Le rupi calcaree del Pian Tendasco sono il suo habitat ideale. E’ facilissimo osservarla nei piccoli anfratti delle rocce, al riparo dai venti predominanti. Presenta fiori del diametro di cm.2-3 di colore celeste violaceo o rosa violaceo. Fiorisce nei mesi di maggio e giugno.

Primula 2 Primula 1